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Una prima parte di autunno con temperature elevate e scarsa piovosità (tutto il contrario rispetto allo scorso anno) ha fatto uscire dai capannoni le prime seminatrici al Nord Italia, dove un buon 30% dei cereali vernini è stato già seminato. Al Centro-Sud invece gli agricoltori sono ancora fermi, nell'incertezza sul da farsi, visto l'andamento del mercato e le poche alternative possibili.
Quest'anno le scelte degli agricoltori sembra si stiano decisamente orientando verso il "misto rosso", cioè i grani panificabili e l'orzo, a scapito dei grani di forza e del grano duro.
D'altra parte, è noto che prima di decidere cosa seminare l'agricoltore guarda gli ultimi listini delle Borse Merci che parlano chiaro: la differenza di prezzo dello scorso anno, pari a circa il 30%, tra grani di forza e grani panificabili quest'anno si è praticamente azzerata, quindi si punta sulle colture che garantiscono maggiore produzione, con un occhio attento ai costi.
Infatti, le Borse Merci di questi giorni quotano il grano tenero 24 euro/q, l'orzo a 22,5 euro/q, il grano di forza 26 euro/q e il grano duro mercantile 26 euro/q.
La situazione ad oggi è questa, ma non sappiano cosa succederà ai listini nel 2026 dopo la raccolta e comunque la storia di questi ultimi anni ci insegna che a periodi di prezzi bassi seguono periodi di prezzi più elevati.
Al cospetto di tale e tanta incertezza, il consiglio per gli agricoltori è di non seminare su tutta la superficie un solo prodotto ma differenziare le semine su più prodotti diversi, in modo da suddividere i rischi di mercato.
Un'altra strategia vincente può essere quella di andare controcorrente: se quest'anno l'orientamento generale è verso i grani panificabili e l'orzo, può risultare vincente seminare più grano duro e più grano di forza. Ma non su tutta la superficie!
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